Onorevole Signore!

Prego la S.V. a voler aggradire l’omaggio di due esemplari d’un mio lavoro (Ulteriori osservaz. ecc. p^te II. f. 1), e nello stesso tempo la ringrazio della cortese lettera del 23. X^bre scorso, e degli utilissimi cenni che sono contenuti nella medesima.²

Per colpa della pessima mia memoria, mi erano sfuggite le interessanti notizie che dà a pag. 2 e 3 (notes on the fertilization of Orchids) concernenti l’Orchis morio, O. maculata ecc. e i loro pronubi.³ Ora le ho riandate, e mi trovo costretto a modificare fortemente la mia opinione. È vero che io non ho mai trovato liquido entro la svescicatura dello sperone; ma quel che non mi è occorso di poter notare nella Liguria e nella Toscana, potrebbe benissimo accadere in altre regioni. Tanto più che vedo come le Orchis succitate siano visitate frequentemente in Inghilterra da molti insetti, Empis, Bombus, Apis, Eucera …,⁴ mentre io, in Liguria, non ho potuto giammai sorprendervi insetti; rarissime sono ivi le masse polliniche asportate via, e rarissimi gli ovarii abboniti.

Una osservazione che ho fatto pochi mesi sono mi fa credere realmente alla possibilita di una secrezione nettarea od analoga, subepidermica. Questo fenomeno è frequentissimo nelle Malpighiacee. Sospetto anche che abbia luogo presso alcune Primulae, la cui corolla all’interno trovai svescicata in maniera affatto analoga agli speroni delle orchidi nostrane. Alla prima occasione rettificherò la mia troppo avanzata proposizione.⁵

Io avrei da molto tempo pubblicato un breve cenno sulla fecondazione incrociata dei cereali. Le osservazioni che feci non mancavano d’interesse, ma io ebbi la sbadataggine di non iscriverle subito, cosicchè ora non oso di scrivere alcuna cosa in proposito per tema di non ricordarmi più bene dei dettagli.

Posso per altro guarentire positivamente

l^o che nel grano (Triticum) ogni fiore può fecondarsi da se stesso, perchè una parte del polline è versata dentro il fiore e l’altra parte è versata fuori all’atto preciso della deiscenza del fiore; deiscenza che dura circa un quarto d’ora.

2^o che nel Triticum la dicogamia ossia la fecondazione incrociata non è esclusa, giacchè il fiore si rende deiscente, sebbene per poco tempo, e giacchè metà del polline è versato fuori nell’aria, in balìa del vento;

3^o che alcune piante di Triticum allontanate l’una dall’altra, in modo da escludere il polline eteroclino,⁶ abbonirono tuttavia tutti i semi. Cosicchè per il triticum è possibile la omogamia non meno che la dicogamia—;

4^o che nella Secale⁷ la dicogamia è quasi necessaria, perchè la deiscenza del fiore è totale e perchè la esserzione degli stimmi e delle antere è completa;

5^o che nell Hordeum vulgare⁸

le due serie dei fiori mediane nella spiga (b, b) non si aprono mai e quindi è impossibile per essi la dicogamia, e le quattro serie angolari dei fiori (a, a, a, a) si aprono un poco, e quindi per essi può succedere la omogamia e la dicogamia—

6^o. che infine l’Hordeum distichum⁹ offre un fenomeno interessantissimo.

Esso ha due specie di fiori gli uni destinati per la omogamia. Essi non si aprono mai, e la fecondazione è già avvenuta prima ancora che la spiga esca fuori completamente dalla sua vagina fogliare.

Gli altri fiori sono pochissimi, e sono destinati esclusivamente per la dicogamia. In grandezza superano assai i precedenti. Così nell’Hordeum ossia in una pianta d’indole anemofila si ripete quell’interessante fenomeno finora constato nelle sole piante entomofile dei generi Viola, Impatiens, Vicia amphicarpa, Lathyrus amphicarpus,¹⁰ producenti due sorta di fiori, gli uni destinati per la omogamia e sprovvisti di corolla, di colori e di miele, gli altri destinati per la dicogamia, cioè colorati, corolliferi e nettariferi.

Mi riconfermo colla più alta stima e rispetto della S.V. onorevolissima | ossequentissimo discepolo | Federico Delpino